la storia della famiglia fazio di bitettO
La storia della famiglia Fazio viene spesso collegata a quella del Re Federico II di Svevia, il cui maestro di palazzo era Fazio Giovanni, oltre che ad una tradizione secolare nei settori giuridico – notarili e legata prevalentemente alle professioni del notaio e del medico.
La presenza della famiglia Fazio nell’area di Bitetto è ufficialmente documentata sin dai primi anni del XVII secolo (come da albero genealogico in allegato, prodotto nel XVIII secolo), sia negli ambiti legati al settore medico e notarile, sia come produttori di olive, sia da olio che da tavola, proprietari terrieri, commercianti di olive e proprietari di frantoi, con una forte devozione cattolica strettamente correlata alla Confraternita della Madonna del Rosario, fondata nel 1666, e all’annesso Convento dei Domenicani. La loro storia si interseca con quella giuridico – notarile, carattere distintivo della famiglia, da cui è derivata l’attività frantoiana come normale conseguenza della gestione dei registri dell’olio. L’ereditarietà dell’Ufficio del Notaio (come visibile da albero genealogico), tipica della famiglia Fazio originaria di Fabiano, in Liguria, ne lascia ipotizzare le origini dalla stessa famiglia.
Il mio trisnonno ha avviato un frantoio nel 1924, tuttora esistente. Il ns ramo familiare ha preferito occuparsi prevalentemente di produzione di olive, per poi transitare all’attività artigianale di imbottigliamento e commercializzazione avviata nel 2019.
La famiglia Fazio è ed è stata un punto di riferimento nella storia della produzione olivicola locale, sia olive da tavola che da olio, da oltre quattro secoli, anche grazie alla vocazione del territorio.
La tradizione è legata alla produzione e al commercio di olive ed olio d’oliva, ed è stata tramandata fino ai tempi odierni.
La storia della famiglia si interseca con cultura, tradizione e religione.
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3 Settembre 1860
In questa data fu scritta una delle pagine storiche della storia della città di Bitetto, “la rivolta contro i signori”, che vide parte del paese assalire l’antica residenza della famiglia Fazio. La vicenda è raccontata personalmente nel testo “Bitetto nell’età borbonica” della scrittrice Rosa Antonacci De Marco, al cap. XVIII pagg. 404 – 405 – 406. Alcune ricostruzioni tenderebbero a far coincidere tale dimora in un edificio non più esistente su Via Beato Giacomo, all’epoca individuabile ai numeri civici 49 e 51, ove risiedeva in quel periodo Fazio Angelo Santo (vedasi albero genealogico), zio del protagonista del racconto. La restante parte del paese si è sviluppata successivamente. Inoltre sia Fazio Lonardo sia Fazio Francesco Paolo erano sposati rispettivamente con membri (sorelle) della famiglia Abbruzzese (anch’essa coinvolta negli eventi del 3 Settembre 1860).
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Davide delle Cese
M.o Davide delle Cese, compositore italiano nato a Pontecorvo (Frosinone), è stato direttore d’orchestra a Venezia, San Leo e Bitonto.
Nel 1897 scrisse “L’Inglesina”, marcia dedicata ad una anonima ragazzina inglese (musica sotto), che ebbe un grande successo anche negli USA, grazie anche all’opera di divulgazione del M.o Friedrich Fennel. È una tipica marcia concertistica italiana, suonata molto spesso al Sud, molto fresca e “cantabile”, con momenti drammatici. Oltre al ruolo avuto nella storia della musica per banda a livello internazionale, il M.o Davide delle Cese è noto per la riduzione in partitura di banda degli Inni Ufficiali di tutte le nazioni e gli stati civili del mondo.
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Italo delle Cese
M.o. Italo delle Cese, compositore italiano, nato a San Leo, fu uno dei primi docenti del Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari e fondatore e primo direttore del Liceo Musicale Salentino, noto per la sua amicizia nonchè costante collaborazione con il tenore Tito Schipa, il M.o Nino Rota e il M.o Renzo Rossellini.
Con il M.o. Nino Rota collaborò strettamente alla composizione del melodie per il film Gattopardo (es. Giovani Eroi – Marcetta), di alcuni film del regista Federico Fellini come “Giulietta degli spiriti” e “Dolce Vita” (es. scena del Club Cinese – Ritmi Tibetani) e Waterloo, brani ufficialmente registrati e tutelati in SIAE.
Nel 1929 fu fondatore e primo direttore dell’Orchestra Stabile di Bari.
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Casa dei Cavalieri di Malta, nota anche come “Casa Fazio”
L’autorevole scrittore Edgardo Noya di Bitetto (discendente della famiglia Lannoy) definisce la Casa dei Cavalieri di Malta di Bitetto come “Casa Fazio” (Blasonario Generale di Terra di Bari – 1912).
Oggi non esiste una spiegazione ufficiale di tale definizione, utilizzata soprattutto nella maggior parte delle guide turistiche straniere.
Una ipotesi potrebbe essere collegata all’epigrafe riportata sulla Casa dei Cavalieri di Malta, “Intrent securi qui querunt vivere puri”, la quale riproduce un celebre emistichio federiciano scolpito sull’antica Porta di Capua, distrutta nel 1557 (periodo che dovrebbe coincidere con quello dell’arrivo della famiglia a Bitetto).
A Capua infatti risulta ancor oggi esserci Palazzo Fazio dove è collocato il Fazio Open Theater.
Di Capua fu anche Pompeo Lanza, diplomatico italiano al servizio di Bona Sforza, trasferitosi a Bari nello stesso periodo della distruzione di Porta di Capua. E a Capua, avamposto più settentrionale del Regno di Sicilia, sorgeva una delle tre grandi sedi priorali dell’Ordine Melitense nell’Italia Meridionale.
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Bartolomeo Facio
Bartolomeo Facio/Fazio (c. prima del 1410 – 1457, ritratto in basso ms. Urb. lat. 415 della Bibl. apost. Vaticana), latinizzato come Bartholomaus Facius, è stato uno storico, scrittore, notaio italiano e una delle figure di riferimento dell’Umanesimo italiano.
È in corso un mio lavoro personale di ricerca per comprendere se eventuali discendenti si siano trasferiti da Napoli a Palo del Colle durante il periodo del Ducato di Bari con Isabella d’Aragona (1501-1524), una delle ipotetiche donne che si ritiene possano essere state rappresentate nella Gioconda di Leonardo da Vinci. Lo scrittore fu consigliere e segretario di Stato di Alfonso V D’Aragona.
Il rapporto con la famiglia Ferraro, originaria di Salerno, permette di avvalorare questa ipotesi.
Considerando che il Ducato di Bari ebbe fine nel 1558, è possibile considerare questa data come il trasferimento della famiglia Fazio da Palo del Colle a Bitetto. Il cognome era già allora riportato come Fazio / Facio.
Lo storico Kristeller ha creduto di identificare la moglie, che avrebbe sposato nel 1444, in una figlia di Ambrogio di Negro da Salerno, dalla quale avrebbe avuto un figlio, Giovanni.
Il ramo principale dell’albero genealogico infatti riporta un Giovanni Domenico.
Bartolomeo Facio morì a Napoli verso la fine del Novembre 1457. Fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, ma ben presto del luogo della sua tomba si perse notizia.